Privacy Policy

COACHING ONLINE e IN PRESENZA

Lo stato desiderato nuotare verso una situazione migliorativa

Lo Stato Desiderato nel Counseling e nel Coaching

Dopo aver ampiamente valutato e analizzato lo “stato problema” (si veda il Post n°14), occorre chiedere al cliente il suo “stato desiderato”.

Come vorrebbe che la sua vita fosse diversa ed accettabile per se stesso?

Occorre che immagini il suo futuro (stato desiderato) mentre il suo problema è stato risolto grazie al suo impegno e al nostro sostegno.
 
Cosa fa? Come si vede? Con chi? Come si comporta? Come comunica? Come capisce di aver raggiunto il suo stato desiderato? Etc.

Si tratta di immaginare uno scenario possibile e sotto il suo controllo dove egli è protagonista.

In questo stato desiderato egli raccoglie i frutti del suo cammino dove si è allenato, ha messo in campo le sue risorse ed ha appreso le chiavi del suo successo personale.

Questa situazione desiderata potrà essere declinata in obiettivi da raggiungere attraversando le diverse aree della crescita personale.

Lo stato desiderato è il luogo della speranza, quel luogo caldo e accogliente dove il cliente sente di voler approdare per realizzare pienamente se stesso. 

Per ognuno di noi lo stato desiderato è soggettivo ed è una visione, una meta a cui tendere per essere felici.

Una persona potrebbe ad esempio immaginare di stare bene col proprio partner, di avere una relazione stabile e soddisfacente.

Un ponte verso il futuro

Altre visioni del proprio futuro potrebbero riguardare un nuovo lavoro, una passione da concretizzare nel tempo libero, migliorare le proprie competenze relazionali e così via.

Si tratti di una relazione da ricomporre, di un lavoro da trovare, di diventare più intimo e spontaneo con le persone o di imparare ad esprimere il propri sentimenti, sarà uno stato desiderato da progettare e raggiungere insieme.

Ciò che separa le due funzioni (stato problema e stato desiderato) è il terreno del nostro lavoro, del sostegno e della guida attraverso il nostro metodo, l’ascolto e la competenza. 

Il principio enantiodromico governa questo processo del cliente che oscillerà fra i due poli provando ora la paura di fallire ora il desiderio ardente di riuscire. 

E’ compito del Counselor o del Coach sostenere la motivazione mediante azioni ed esercizi adeguati.

Avremo fatto un buon lavoro quando il cliente riuscirà a riportare i risultati voluti e potrà costruire un buon senso di autoefficacia accrescendo la sua autostima.

Condividi sui social